Amianto: mappatura e malati, Lombardia, Regione in prima linea

Milano – “Regione Lombardia e’ da tempo impegnata e in prima linea sul tema dell’amianto. Abbiamo messo in campo azioni importanti ed efficaci per affrontarlo, che vanno dalla mappatura dei siti, alla presa in carico dei pazienti affetti da mesotelioma”. Lo ha detto l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, intervenendo al convegno unitario di Cgil, Cisl e Uil, ‘Amianto: problema irrisolto’, che si e’ svolto, questa mattina, a Milano. “C’e’ ancora molto lavoro da fare – ha sottolineato l’assessore -, soprattutto per quanto riguarda la bonifica di manufatti che insistono su proprieta’ private (l’87,7%). Incoraggia pero’ constatare che il 97% dei circa 205.000 siti censiti al 28 febbraio del 2017 e’ in ‘matrice compatta’, che non provoca cioe’ problemi di carattere sanitario”. “L’azione di Regione – ha aggiunto – punta in particolar modo a giungere a diagnosi tempestive e alla presa in carico delle persone affette da mesotelioma. Per questo dal 2000 e’ attivo il Centro operativo regionale (Cor), istituito presso la Clinica del Lavoro di Milano – Dipartimento di Medicina preventiva-Fondazione Irccs Policlinico e Universita’ degli Studi di Milano, che mira all’identificazione di tutti i casi di mesotelioma incidenti nel territorio e all’analisi della storia dei soggetti ammalati. Dalla sua istituzione i casi ‘sospetti’ di mesotelioma segnalati sono stati 10.423. Per 5.476 e’ stata confermata la diagnosi che per 4.405 e’ stata di mesotelioma maligno. Sui casi confermati l’esposizione ad amianto e’ avvenuta in ambito professionale, per il 64.9%, di tipo familiare (convivenza con soggetti professionalmente esposti ad amianto) per l’1.9%, ambientale per il 3.4%, ed extra-lavorativa (legata ad attivita’ svolte nel tempo libero) per il 2,3%”. “Purtroppo questa patologia – ha concluso il titolare regionale della Sanita’ – resta latente anche per 40 anni, per questo si ritiene che tra 10-15 anni potrebbe esserci il momento di picco. Regione Lombardia pero’ e’ in prima linea per affrontarlo con il proprio sistema sanitario e con una presa in carico personalizzata e piu’ che mai dovuta a questi soggetti sfortunati, che si sono ammalati mentre svolgevano il proprio lavoro”.