Industria 4.0: primo bilancio PMI, per 66% piano è positivo

Milano – Tempo di bilanci per le Pmi del manifatturiero italiano, a quasi un anno di distanza dalla presentazione del Piano Nazionale Industria 4.0 del Ministro Calenda. Secondo la fotografia dell’Osservatorio Mecspe, presentato oggi a Modena da Senaf, ben il 66% degli imprenditori giudica positivamente o discretamente gli effetti sul settore, seppur esprimendo la necessità di un piano pluriennale e di una minore attenzione rivolta alle grandi imprese. In particolare, tra le iniziative previste si attribuisce grande rilevanza all’iper-ammortamento per i macchinari funzionali alla digitalizzazione (69,7%), al credito d’imposta per attività di ricerca e sviluppo (57,4%), al miglioramento delle infrastrutture digitali abilitanti (54,6%) e alla de-fiscalizzazione dei premi di produzione (51,1%). Ma, rilevano gli analisti in occasione della quarta tappa dei “Laboratori Mecspe fabbrica digitale, La via italiana per l’industria 4.0”, quasi la metà degli imprenditori continuerebbe ad investire nell’industria 4.0 anche senza incentivi. “Al di là degli incentivi governativi, e in attesa che vengano definiti i dettagli di una loro riconferma nella prossima legge finanziaria, è infatti chiara -segnala il dossier- la propensione agli investimenti da parte del 46,1% delle imprese che continuerebbe a destinare parte del fatturato in innovazione anche in assenza di agevolazioni, segno che la trasformazione in corso è ormai matura e culturale”. “I dati dell’Osservatorio Mecspe mostrano segnali senza dubbio incoraggianti, non solo per i numeri che si registrano sul fronte dell’export e per il fatturato delle aziende, nettamente in aumento rispetto allo scorso anno ma anche per il fatto che quasi 9 aziende su 10 si dicano disposte a investire nei prossimi anni nella trasformazione della loro impresa in una Fabbrica Intelligente” commenta Maruska Sabato, Project Manager di Mecspe. “Questo trend -chiarisce Sabato- indica grande attenzione e forte interesse nei confronti delle tecnologie abilitanti, percepite oramai in maniera diffusa come un utile strumento per migliorare sistemi e processi produttivi”. “La sfida che bisogna affrontare adesso -sottolinea infine- è quella della formazione: occorre aumentare il livello di competenze digitali di tutti gli operatori del manifatturiero, affinché si possano cogliere, nel più efficace dei modi, le opportunità offerte dalla tecnologia”.