Imprese, Unioncamere Lombardia: prosegue crescita commercio estero (2)

Milano – La maggior parte delle esportazioni lombarde è diretta verso i 28 paesi dell’Unione Europea (56,3% del valore complessivo) e per quest’area la crescita dei flussi è stata del 7,2% in linea con il risultato dello scorso trimestre. In particolare l’Irlanda ha registrato un aumento del 623% attribuibile per la maggior parte alle esportazioni di articoli farmaceutici, probabilmente derivanti da operazioni infragruppo, fornendo il maggior contributo alla crescita di questo secondo trimestre. Segue la Germania, primo partner commerciale della Lombardia (13,2% la sua quota sull’export regionale), con un incremento del 3,2%. Si conferma la crescita anche dei flussi verso i paesi extra-UE (+5,2%): a tal proposito i mercati di sbocco più dinamici sono stati quelli dell’America settentrionale (+13,4%) e dell’Asia Orientale (+7,6%). Nel primo caso, esclusivamente grazie agli Stati Uniti (+15,1%) mentre il Canada registra una contrazione(-0,5%), nel secondo caso principalmente per i contributi positivi del Giappone (+18,2%) e della Cina (+9,3%) ai quali si oppongono le contrazioni registrate da Malesia (-16,8%) e Indonesia (-12,4%). Tutte le province lombarde, prosegue ancora la nota, hanno registrato flussi verso l’estero in aumento, ma l’entità delle variazioni evidenzia oscillazioni significative, con tre province in cui l’incremento supera il 10% (Monza-Brianza, Cremona e Lodi). Milano, che genera oltre un terzo dell’export regionale, mostra anch’essa una crescita sensibile (+2%), ma sono più intensi gli incrementi di Mantova (+8,3%), Brescia (+6,7%), Bergamo e Lecco (entrambi al +5,7%), Sondrio (+2,2%) e Pavia (+2,1%). Gli incrementi meno consistenti si registrano per Varese (+1,7%) e Como (+1,3%). Il valore delle merci importate in Lombardia nel secondo trimestre 2017 si assesta intorno ai 31 miliardi di Euro, registrando una variazione su base annua pari al +4,9%. Questo assestamento congiunturale è in parte determinato dalle oscillazioni dei prezzi delle materie prime, che la nostra regione importa come input produttivi, e del petrolio in particolare, con quotazioni in rallentamento rispetto a quanto registrato tra fine 2016 e primi mesi del 2017.