Centri antiviolenza: Regione Lombardia, chiarezza sui dati (2)

Milano – “Dei 29 Centri antiviolenza oggi operanti in Regione Lombardia, di cui 17 della rete ‘Dire’ – precisa – solo 6 non hanno ancora aderito al sistema Ora e provvedono con una rilevazione dei dati delle donne prese in carico esclusivamente in forma cartacea. Ridicolo pensare che possa essere considerato piu’ sicuro e tutelante della privacy delle donne, custodire dati in formato cartaceo magari semplicemente chiusi a chiave in un armadio”.
Il sistema Ora e’ difatti accessibile solo da operatori autorizzati dai Centri antiviolenza come richiesto dalla normativa regionale. “La donna sceglie quando essere presa in carico dal centro antiviolenza, presa in carico che non coincide in alcun modo con una denuncia e che non impone agli operatori dei Centri il ruolo di incaricato di pubblico servizio”. “Regione Lombardia e’ talmente attenta al fenomeno e vuol essere certa del servizio svolto da aver istituito anche un Albo regionale dei Centri antiviolenza e case rifugio proprio perche’ l’iscrizione all’albo, subordinata alla presenza di precisi requisiti, garantisce competenza, professionalita’, serieta’ e la corretta gestione di una situazione delicatissima”. “Regione Lombardia e lo Stato mettono sul tavolo risorse estremamente importanti. Solo con le ultime delibere della Giunta regionale, per il triennio 2017-2019 sono stati stanziati ben 8.700.000 per le attivita’ e i servizi offerti dai Centri antiviolenza e case rifugio, per l’adeguamento delle strutture, per l’attivazione di nuove reti antiviolenza, per le attivita’ di formazione degli operatori e per progetti finalizzati all’inserimento lavorativo e all’autonomia abitativa delle donne vittime di violenza”. “Trattandosi di soldi pubblici – conclude – e’ doveroso che i Centri e le case che utilizzano queste risorse garantiscano gli standard richiesti dal Ministero e adottati da Regione Lombardia”.