Legalità: studenti e sindacalisti, iniziativa della Cgil Lombardia

Milano – Dal 4 all’8 settembre si terrà, press “La Masseria” (bene confiscato alla ‘ndrangheta) di Cisliano (Mi), il campo di Lavoro e Formazione organizzato dalla Cgil Lombardia. È’ la prima esperienza alla quale parteciperanno più di venti fra studenti universitari e sindacalisti di diverse categorie e Camere del Lavoro. Il programma del campo sarà incentrato sui temi del lavoro, dei diritti, dell’inclusione e del riuso dei beni confiscati, temi sui quali l’iniziativa del campo segna lo sviluppo dell’impegno della Cgil Lombardia. Attività manuali al mattino, formazione a cura del sindacato regionale, delle associazioni, della Cgil nazionale, del Tribunale di Milano, della commissione Antimafia della Regione al pomeriggio per chi vi prenderà parte. Nella giornata conclusiva di venerdì 8 settembre, dalle 9.30 alle 13.00, si terrà un’iniziativa dal titolo “Dal lavoro precario e sfruttato al lavoro liberato: La Carta dei Diritti Universali del Lavoro”, alla quale interverranno, tra gli altri: Giuseppe Massafra, Cgil Nazionale ed Elena Lattuada, segretario della Cgil Lombardia. Tra gli ospiti anche una donna testimone di giustizia in un processo contro la mafia, che racconterà la sua storia. Il numero dei beni immobili confiscati in Lombardia è in crescita. Erano 1.275 alla fine del 2015, la maggior parte concentrati a Milano, Brescia, Varese e a seguire nelle altre province lombarde. Di questi, la maggior parte sono stati destinati ad housing sociale, centri per anziani e disabili, comunità per minori, centri di accoglienza per migranti. Ci sono anche le buone pratiche di imprese riaperte da cooperative o dagli stessi lavoratori, come la pizzeria Fiore, ex Wall Street, di Lecco. “Il vero punto di forza dell’insediamento mafioso nella nostra regione – dice ancora Vincenzo Moriello del dipartimento Legalità della Cgil Lombardia – è il sistema di relazioni economiche e sociali che permette una crescente penetrazione nell’economia legale. Senza la complicità di politici e imprenditori i mafiosi non prenderebbero piede (pensiamo al caso Perego strade)”. Per questo l’arma della confisca e del riutilizzo di aziende e beni sequestrati è della massima importanza per poterli trasformare in beni comuni.