Ceme: niente accordo in Regione, 97 lavoratori licenziati

Milano – Nonostante le tante iniziative messe in campo dai lavoratori, unitamente alle organizzazioni sindacali, per impedire i 97 licenziamenti, oggi in Regione Lombardia la Ceme ha deciso di andare avanti con i licenziamenti collettivi e con la chiusura dello stabilimento di Carugate, respingendo le proposte di Fim Cisl e Fiom Cgil che chiedevano il trasferimento di una parte consistente dei lavoratori nell’altro stabilimento Ceme di Trivolzio e la ricollocazione di un’altra parte presso i terzisti, contrattandone le condizioni di lavoro. La maggior parte dei 97 licenziati sono lavoratrici e una loro delegazione era stata ricevuta a luglio dalla presidente della Camera, cui avevano scritto una lettera chiedendo un suo intervento. I segretari generali di Fim e Fiom di Milano, Christian Gambarelli e Roberta Turi, hanno rilasciato la seguente dichiarazione: “È inaccettabile che un’azienda con bilanci floridi come la Ceme si comporti in maniera socialmente irresponsabile e decida di licenziare tutti i lavoratori di Carugate per dare il lavoro ad aziende terze ed aumentare così i profitti, a discapito del futuro di tante famiglie. Se questi sono i comportamenti delle aziende più “sane” cosa dobbiamo aspettarci in futuro da parte di quelle che sono in difficoltà?
Avevamo chiesto alle istituzioni competenti, la Regione Lombardia e il ministero dello Sviluppo Economico, di intervenire con decisione sull’azienda per evitare il peggio: purtroppo la loro blanda iniziativa è stata del tutto inefficace. Continuiamo ad assistere a comportamenti meramente formali da parte delle istituzioni, come se fosse ormai disdicevole schierarsi dalla parte della parte più debole: i lavoratori. E’ ancora più necessaria una iniziativa di legge che metta al centro il diritto delle persone ad un lavoro dignitoso. L’unica cosa che non viene mai messa in discussione è la totale libertà delle aziende di agire come meglio credono, anche a discapito della collettività. Ora passeremo alle azioni legali. Come sindacato però continueremo a chiedere una soluzione occupazionale per i lavoratori della Ceme che saranno licenziati. A settembre organizzeremo una nuova assemblea pubblica a Carugate, come abbiamo fatto nel luglio scorso, cui inviteremo a partecipare cittadini, forze politiche e sociali e tutti coloro che vogliono dare il loro contributo affinché questi lavoratori non siano lasciati soli. Questa è la solidarietà di cui abbiamo bisogno e non dichiarazioni roboanti che servono solo a dare lustro a qualche posizionamento politico. Dobbiamo impedire che in futuro si ripetano nuovamente vicende come quella della Ceme: la difesa del lavoro dignitoso e dei diritti dei lavoratori, devono tornare in cima all’agenda della politica. Noi agiremo, a partire dall’assemblea di Carugate, affinché questo avvenga al più presto”.