Galvagni (Cisl): costruire welfare per tutti, a partire dal territorio

Milano – “Si fa un gran parlare di welfare in tutte le sue declinazioni: aziendale, territoriale, integrativo e via di questo passo. Il tema è sicuramente interessante, decisivo per un nuovo assetto della società italiana nel suo complesso e, come sindacato, siamo direttamente coinvolti dentro e fuori i luoghi di lavoro”, a parlare è Danilo Galvagni, segretario milanese della Cisl. “Proprio perché quella del nuovo Stato sociale è una questione dirimente, è necessario stabilire alcuni punti fermi, di principio, una bussola per chi poi, concretamente, decide e contratta i servizi e le prestazioni di welfare. Va garantito innanzitutto il sistema universalistico e questo lo può, e lo deve fare solo lo Stato. Le prestazioni private non possono essere sostitutive della rete di servizi di base che il pubblico deve garantire a tutti i cittadini, italiani e immigrati. La convenienza economica (gli sgravi fiscali previsti dalla Legge di stabilità 2016) non può essere la sola motivazione a fare welfare. Si rischia di fare come con il Jobs Act, quando gli incentivi finiscono svanisce gran parte degli effetti positivi. Molti lavoratori fanno fatica a convertire i premi di risultato (soldi in busta paga, magari pochi ma subito) in pacchetti di welfare che oggi ci possono essere e domani no. L’unico modo per rendere stabili i vantaggi acquisiti è inserirli nei contratti collettivi di lavoro. Ci vorrebbe poi un soggetto terzo a garanzia della conformità e dell’attuazione degli accordi. E chi resta fuori? Le partite Iva, i somministrati, i lavoratori autonomi che un contratto nemmeno ce l’hanno e che saranno il grosso dell’occupazione futura? Lo stesso vale per i dipendenti della cooperative e delle piccole e medie imprese. Vanno studiati meccanismi e formule, a partire dalla previdenza integrativa, in grado di colmare queste lacune. Il nuovo welfare, esteso e inclusivo, si costruisce anche dal basso. A Milano, ad esempio, il recupero delle periferie e di importanti aree dismesse (scali ferroviari) deve prevedere nuovi servizi alla persona (badanti di condominio, assistenza domiciliare e integrata, portinai sociale) al passo con i nuovi bisogni della popolazione”, conclude Galvagni.