Moda: cresce il peso degli uomini

Milano – Moda, un settore in lieve prevalenza maschile col 58% del settore controllato da uomini in Italia nel 2017. Cresce il peso maschile per gli addetti: il 75% ha un capo uomo. Un dato che, secondo i numeri della Camera di commercio di Milano nei giorni delle sfilate per la moda uomo al via da domani, si rafforza rispetto a cinque anni fa, quando era il 56% per le imprese. Il business è più maschile a Fermo (72%), Biella (70%), Pisa (69%), Napoli (68%), Milano (67%). Un settore in cui Milano domina a livello nazionale con 91 mila addetti su 867 mila in Italia. Pesano anche Napoli con 54 mila, Firenze con 46 mila. Per numero di imprese prima Napoli con 21 mila, poi Roma con circa 16 mila e Milano con 14 mila. Tra i giovani cresce il peso delle donne e la parità è raggiunta (50% in Italia e 53% in Lombardia). “La presenza femminile è importante nelle imprese del settore della moda, che si rivolgono in particolare ad una clientela e ad un’immagine femminile in evoluzione – ha dichiarato Federica Ortalli, presidente del Comitato Imprenditoria Femminile della Camera di commercio di Milano -. In questi giorni protagonisti dello stile a Milano saranno gli uomini. Cresce il peso maschile nelle imprese. Diversa è la situazione tra i giovani, tra loro la parità nel controllo aziendale è pienamente raggiunta”. Sono 36 mila le imprese nel settore moda, di cui 14 mila a Milano, 4 mila a Brescia e Bergamo, 3 mila a Varese e Como. Per addetti, dopo Milano con 91 mila, ci sono Bergamo con 18 mila, Como, Varese e Brescia con 16 mila, Mantova con 15 mila. Cresce il peso delle imprese maschili nella moda in cinque anni in regione, dal 61% al 62%. Pesano di più gli uomini a Milano (66,5%), Varese (66,1%), Como (65,7%). Il 90% degli addetti a Milano lavora per un uomo, segue Como con l’85%, Lecco e Mantova con 82%. Si tratta di imprese nelle industrie tessili (15 mila in Italia, di cui 4 mila in Lombardia), confezione di abbigliamento (46 mila e 8 mila), fabbricazione di articoli in pelle (21 mila e quasi 2 mila), altre attività manifatturiere (11 mila e 1.446), commercio all’ingrosso (28 mila e 6 mila), commercio al dettaglio (96 mila e 10 mila), design (18 mila e 4 mila).