Borghi (Confcommercio Lombardia): export lombardo da record

Milano – Con un volume totale di interscambio con l’estero di 226 miliardi di euro (quasi 100 miliardi, il 44%, nell’area di Milano – fonte: Cciaa Milano) l’internazionalizzazione è strategica per la Lombardia. Confcommercio Lombardia ed Aice, l’Associazione italiana commercio estero (Confcommercio), hanno firmato oggi (assieme alle altre organizzazioni di rappresentanza) l’Accordo partenariale per le politiche di internazionalizzazione del sistema economico ed imprenditoriale lombardo promosso da Regione Lombardia con il vicepresidente Fabrizio Sala. L’Accordo siglato oggi punta a favorire il processo di internazionalizzazione delle imprese agendo su più fronti: supporto istituzionale della Regione; la previsione di un portale web dedicato alle imprese; azioni di formazione, orientamento; servizi di assistenza su Paesi target; strumenti finanziari dedicati. “Internazionalizzazione – afferma Renato Borghi, vicepresidente vicario di Confcommercio Lombardia – fondamentale per il sistema economico regionale: l’export ha superato i 112 miliardi di euro, il 27% del totale Italia, ma fortemente significativo è il dato sulle importazioni: più del 30% del totale Paese con un ruolo centrale della nostra regione nella distribuzione di merci e servizi sia verso il resto d’Italia che in Europa”. “Dobbiamo promuovere e sostenere l’import strategico – sottolinea Claudio Rotti, presidente Aice – quale leva competitiva per migliorare le nostre esportazioni: attraverso una razionalizzazione delle politiche di import di materie prime, macchinari, semilavorati, tecnologia, anche favorendo meccanismi di aggregazione nell’acquisto. E dobbiamo saper supportare al meglio l’internazionalizzazione dei servizi: in particolare i servizi logistici, distributivi, di manutenzione e post-vendita”. Sono oltre 63mila (fonte: Unioncamere Lombardia) le imprese lombarde che esportano: “quasi 10mila in più dal 2008 – rileva Borghi – e nel 60% dei casi si tratta di micro-esportatori: un dato che rafforza l’importanza di strumenti che accordi come quello firmato oggi possono generare”.