CETA: Camusso, contrari a ratifica accordo firmato tra UE e Canada

Roma – “Gli accordi di libero scambio devono rispondere ai bisogni e ai diritti dei cittadini e non solo alle pressioni delle lobbies economico-finanziarie e devono essere effettivamente posti al servizio di obiettivi prioritari quali l’occupazione di qualità, i diritti umani, la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile”. E’ quanto afferma il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, dopo che con la firma del Disegno di legge di ratifica si è avviato il percorso che porterà il Parlamento a pronunciarsi sul CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), firmato tra l’Unione europea e il Canada. “Il governo della globalizzazione – aggiunge il leader della Cgil – può incontrare il consenso dei lavoratori solo se sarà capace di esercitare la sovranità per stabilire regole a protezione dei cittadini e dei loro diritti, se difenderà in modo intransigente gli standard e le preferenze collettive, e se difenderà effettivamente il primato dei pubblici poteri rispetto alle forze di mercato. Occorre, quindi, usare la politica commerciale per promuovere una convergenza verso l’alto di regole e diritti, combattendo anche con sanzioni ogni forma di dumping a partire da quello sociale sulle condizioni di lavoro e salariali”. “Il sistema di standard, di diritti del lavoro, di acquisizioni contrattuali, di regole di produzione e di protezione della qualità e dell’ambiente e di accesso universale ai servizi pubblici e di interesse generale, a partire dall’educazione e dalla sanità, con il CETA – prosegue Camusso – saranno invece subordinati all’unico criterio cogente della facilitazione commerciale. Inoltre il CETA promuoverà una sfrenata privatizzazione dei servizi pubblici e inaccettabili meccanismi di arbitrato a esclusiva disposizione degli investitori esteri e delle grandi multinazionali a danno delle piccole imprese nazionali e della parità di tutti di fronte alla legge”. “Il CETA – conclude il segretario della Cgil – non soddisfa obiettivi e esigenze di trasparenza e pertanto non è e non può diventare un modello di riferimento per la prossima generazione di accordi. Inoltre i vantaggi attesi in termini di crescita degli scambi e dell’occupazione sono dubbi o assai limitati e non giustificano i rischi insiti nell’accordo sottoposto alla ratifica”.