Voucher: Borghi (FederModaItalia), subito una nuova normativa

Milano – Il Presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi, interviene sul tema dei voucher: “Auspichiamo che il Governo trovi quanto prima una soluzione sui voucher, senza limitarsi ad una mera semplificazione del lavoro intermittente. Il dettaglio moda ha mal digerito l’abolizione dei voucher e, a distanza di oltre due mesi dalla loro ‘rottamazione’, urge invece una soluzione valida per tutti. Il problema è contingente perché anche nel nostro settore le prestazioni saltuarie ed occasionali servono a far fronte ad emergenze improvvise non solo dei punti vendita di piccole dimensioni ma anche di quelli più strutturati e organizzati. Serve uno strumento concreto e ‘legale’ per rispondere con efficacia a situazioni impreviste come, ad esempio, particolari picchi di lavoro, manifestazioni fieristiche e campionari. Il nostro lavoro non può permettersi un vuoto normativo o strumenti che non rispondono pienamente alle esigenze di tutte le imprese. Riteniamo che vada fatto uno sforzo sull’operatività, la tracciabilità, la semplificazione ed il controllo per garantire una soluzione definitiva”. “Le imprese del commercio, del turismo e dei servizi si aspettano una risposta efficace in grado di colmare il vuoto creatosi con l’abolizione dei voucher, uno strumento che rispondeva pienamente all’esigenza per le imprese di remunerare prestazioni saltuarie ed occasionali mentre oggi, dopo la loro eliminazione, non si trova un’adeguata alternativa in grado di consentire alle imprese di operare legalmente con semplicità. Non si può pensare che l’abolizione dei voucher porti come conseguenza l’eliminazione delle attività occasionali per cui era utilizzato, attività che restano presenti nelle imprese e per le quali occorre una risposta rapida e concreta”: è il commento di Confcommercio sulla intricata questione dei voucher. “La vicenda dei voucher è stata paradossale: rappresentavano, infatti, solo lo 0,23% del totale del costo lavoro in Italia e i numeri dell’Inps confermano che la quasi totalità dei prestatori percepiva meno di 1000 euro l’anno, cifra ben lontana dalle remunerazioni di un lavoro continuativo, e circa il 70% di queste persone erano lavoratori non esclusivi, per i quali il voucher rappresentava una opportunità di ulteriore guadagno, non la fonte principale del proprio reddito. E’ positivo quindi – conclude Confcommercio – prevedere subito un nuovo strumento pur rafforzato nei controlli e verificato attraverso la tracciabilità piena con una piattaforma dedicata, ma superando definitivamente l’equivoco di fondo per cui una prestazione occasionale, spesso imprevedibile, debba essere inquadrata in un rapporto di lavoro. Rimane però fondamentale rendere accessibile alle imprese di tutte le dimensioni, non solo fino a 5 dipendenti e con un tetto di 5000 euro annui per impresa, la possibilità di remunerare legittimamente quelle attività occasionali che oggi non hanno alternative efficaci”.