Maroni: i lombardi chiedono sicurezza, non siamo razzisti

Pavia – “La preoccupazione dei Lombardi e’ superiore a quella degli Italiani, come emerge anche dalla ricerca, non perche’ sono tutti dei beceri razzisti, ma perche’ purtroppo abbiamo situazioni come quella che si e’ verificata in Stazione centrale a Milano”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, questa mattina, a Pavia, intervistato dal direttore di Panorama Giorgio Mule’, alla presentazione della ricerca ‘Lombardia, una regione allo specchio’, realizzata da Inthera-Gruppo Mondadori, nell’ambito dell’iniziativa ‘Panorama d’Italia’. Con l’operazione proprio alla Stazione centrale, ha detto ancora il presidente, “il questore di Milano ha fatto una cosa giusta, non e’ stato un blitz mediatico, e’ stato l’inizio di una serie di’ operazioni che devono essere ripetute costantemente, nella stazione di Milano e in tutti i luoghi della Lombardia dove ci sono queste situazioni di degrado”. “Farlo una sola volta e’ sbagliato – ha proseguito il presidente -, perche’ diventa un’operazione mediatica che non porta a risultati: bisogna farlo costantemente e mi auguro che venga fatto, per dare il messaggio che quello e’ un luogo dov’e’ queste cose non possono succedere. Questa e’ la strada giusta. Cardona e’ stato criticato, ma e’ un ottimo poliziotto e un ottimo questore”. “Queste situazioni di degrado derivano anche dal fatto che i sindaci non hanno il potere di intervenire a prevenire – ha spiegato Maroni -, non bastano i sistemi di video sorveglianza, per i quali comunque come Regione siamo intervenuti, nell’ambito delle nostre competenze, dando fondi ai Comuni. Per questo, da ministro dell’Interno, avevo fatto un provvedimento sulla sicurezza urbana, dando ai sindaci i poteri veri, di controllo del territorio e di prevenzione di queste situazioni e favorendo il coordinamento con le forze dell’ordine: il gioco di squadra e’ fondamentale, perche’ rende piu’ efficace l’intervento. Purtroppo il sindaco Sala, sbagliando secondo me, ha dato il messaggio contrario, mettendo in difficolta’ la Questura. Io ho chiamato il ministro degli Interni, dicendo che secondo noi la maggioranza dei cittadini era favorevole”. “Ho da tempo richiesto al Governo di coinvolgere le Regioni – ha sottolineato -, noi, anche volendo, non possiamo gestire il fenomeno, per esempio attraverso la nostra Protezione civile, un sistema regionale che puo’ essere utile nelle situazioni di emergenza. Invece gestisce il Governo direttamente con i sindaci, non e’ stata dichiarata l’emergenza, per scelta politica”. “La solidarieta’ e’ nel Dna della Lombardia – ha concluso il presidente -. Noi siamo i primi a prenderci cura di chi arriva, ma devono essere persone che hanno
diritto a stare, chi non ha diritto a rimanere non puo’ stare qua. Ecco perche’ bisogna evitare che arrivino centinaia di migliaia di persone che non hanno diritto a entrare in Europa. Si puo’ fare, perche’ io nel 2011, quando ero ministro dell’Interno, l’ho fatto”.