Lavoro autonomo: le linee principali dello “statuto” delle partite iva

Roma – Votato a larghissima maggioranza al Senato il Ddl su lavoro autonomo e lavoro agile Il provvedimento collegato alla manovra costituisce, nella prima parte, una sorta di Jobs act per le partite Iva mentre la seconda parte è dedicata alla disciplina del cosiddetto smart working. Si tratta di fatto dello “statuto” del lavoro autonomo (22 articoli), dettando norme sui rapporti di lavoro autonomo disciplinati dall’articolo 2222 del codice civile, senza vincolo di subordinazione nei confronti del committente ed esclusi gli imprenditori. Tra le novità vengono introdotte norme contro i ritardi nei pagamenti sia dei privati che della P.a.. Viene poi prevista la nullità delle clausole che prevedono la possibilità di modificare unilateralmente o recedere senza preavviso dal contratto da parte del committente e si prevede la tutela dall’abuso dello stato di dipendenza economica. Negli accordi tra impresa e lavoratore autonomo dovranno essere rigidamente disciplinati i tempi di riposo (il cosiddetto diritto alla disconnessione). E, inoltre, i compensi e le clausole dovranno essere gli stessi dei lavoratori interni all’azienda che svolgono le medesime mansioni. La legge introduce, poi, una disciplina più favorevole in caso di malattia, infortunio e gravidanza: in questi casi chi svolge un’attività continuativa per un committente potrà essere garantito. In caso di maternità la lavoratrice autonoma potrà continuare a fatturare percependo l’indennità. Il congedo parentale viene esteso dagli attuali tre a sei mesi e sarà possibile usufruirne entro i tre anni dalla nascita del figlio. In più, la lavoratrice potrà concordare con il committente di essere sostituita da una persona di fiducia in possesso dei requisiti professionali. Per i casi di infortunio o malattia, il rapporto di lavoro con il committente non sarà estinto ma sospeso per un massimo di cinque mesi. Chi è costretto a sospendere il suo rapporto di collaborazione per più di 60 giorni potrà interrompere il versamento dei contributi e dei premi assicurativi per un massimo di due anni. Il ddl sul lavoro autonomo è coperto con un fondo ad hoc previsto nella legge di stabilità 2016, che da quest’anno stanzia 50 milioni.