Esportare la dolce vita: Rapporto Confindustria Prometeia

Milano – Oggi al Mudec, Museo delle Culture, di Milano edizione 2017 del rapporto “Esportare la dolce vita. Il potenziale di mercato per il bello e ben fatto italiano nei mercati avanzati”, ricerca del Centro Studi Confindustria e Prometeia con la collaborazione di Istat. Il rapporto è stato presentato da Luca Paolazzi, direttore Centro Studi Confindustria, e Alessandra Lanza, Partner Prometeia. Sono intervenuti, con la loro testimonianza, alcuni ambasciatori del BBF italiano nel mondo e negli Usa: Davide Oldani, Ambassador di EXPO 2015, Marco Bizzarri, Presidente e Ceo Gucci, Jean-Christophe Babin, Ceo Bulgari, Mario Bellini, Mario Bellini Architects e, con una video intervista, l’Ambasciatore Usa Michael Froman. A concludere i lavori è stato Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo Economico. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda ha sottolineato che gli incentivi alle imprese “li stanno usando, funzionano, direi di non andarli a toccare” ma dovrà essere ora implementata “tutta la parte sui competence center e i digital innovation lab su cui facciamo uscire questo mese il bando, che è tutta la parte di competenze che è la parte più difficile da costruire”. “Io penso che l’innovazione e l’internazionalizzazione siano i driver di crescita, in particolare nel manifatturiero”, ha sottolineato Calenda, aggiungendo che “i risultati sono come al solito positivi, ma riguardano una platea troppo piccola di imprese. Questo è il tema centrale”. “Esportare la dolce vita” potrebbe portare tra cinque anni nelle casse delle imprese italiane 12 miliardi in più, oltre 18 nelle proiezioni più ottimistiche. Nello scenario base del rapporto si ipotizza che nel 2022 trentuno paesi avanzati importeranno dall’Italia 70 miliardi di euro di prodotti ‘Belli e ben fatti’ (+20% rispetto al 2016). Ma è uno scenario “prudente”, perché stima quote di mercato dell’Italia invariate. Quello più ambizioso invece ipotizza che l’alta gamma italiana le aumenti, guadagnando altri 6,9 miliardi (+31%). Un aumento calcolato applicando ad ogni settore lo stesso guadagno di quota registrato nei primi 7 mercati dal Paese che ha avuto la migliore performance nel 2011-2015. Una delle leve da sfruttare è la sinergia tra alta gamma e turismo internazionale. Dai mercati avanzati arriva la maggior parte di visitatori: Germania, Francia e Usa in vetta. Sono clienti, ma soprattutto ambasciatori del Made in Italy quando rientrano in patria. Gli americani in particolare generano il più alto valore di acquisti: 4,3 miliardi nel 2015, in media 1.166 euro a testa. Non a caso gli Usa con 13 miliardi di importazioni stimate al 2022, restano il primo mercato per i prodotti ‘Belli e ben fatti’.