Tempo di Libri: Fuorisalone, niente boom per alberghi e ristoranti

Milano – Bilancio in parte insoddisfacente per il Fuorisalone del libro, che ha accompagnato in città la rassegna Tempo di Libri in Fiera. In Fiera 70mila persone ma in città, complice il fatto che le iniziative erano programmate dopo le ore 19, qualche flop c’è stato. Si aspettavano di più gli albergatori. “Dall’80 per cento di occupazione delle camere registrato in settimana, siamo scesi al 40-50 nel week end — dice al Corriere Della Sera il presidente dell’associazione albergatori di Confcommercio, Maurizio Naro —. Non abbiamo i dati definitivi, ma non pare che la fiera abbia avuto un impatto sulla ricettività alberghiera. Gli italiani nei ponti se ne vanno e gli stranieri non sono arrivati in città per la fiera. Speriamo che nei prossimi anni questo evento possa ricavarsi uno spazio più importante anche a livello internazionale”. Lino Stoppani, presidente di Epam, l’associazione dei pubblici esercizi di Confcommercio, riconosce che il ponte del 25 aprile non ha facilitato le presenze e “nei ristoranti è andata molto peggio che a Pasqua”. Ma fa notare anche che “Milano non è solo business e iniziative culturali come questa sono importanti per la città”. “Un evento simile non può essere valutato dopo la prima edizione — incalza —. È un po’ come per i negozi: ci vuole tempo a portarli su e poi un attimo a affondarli. Quest’anno il salone ha scontato gli effetti negativi del periodo, ma il bilancio non può che essere positivo. Ben vengano le iniziative che rafforzano l’immagine di una Milano viva, intraprendente, pulita, ordinata e sicura”. “L’indotto che registriamo nel commercio per la prima edizione di Tempo di Libri – dice Stoppani al Corriere – è deludente, ma sarebbe sbagliato affossare l’evento. Anzi, andiamo avanti e speriamo che il prossimo anno la manifestazione venga programmata meglio, magari con maggiori investimenti”.