Economia Digitale: lavoro e flessibilità, gli obiettivi non l’orologio dettano legge

Milano – Durante la presentazione del Forum dell’Economia Digitale, Marco Gay, presidente dei giovani imprenditori di Confindustria e Luca Colombo, Country manager Facebook Italia hanno risposto alle obiezioni che dal mondo associativo e sindacale vengono sull’eccesso di flessibilità a scapito delle garanzie per i lavoratori del settore digitale innovativo. “Per quanto riguarda l’impresa la – spiega Gay – la flessibilità è funzionale al raggiungimento degli obiettivi. Se flessibilità vuol dire poter far gestire il proprio tempo lavorativo a seconda dei cicli di produzione, dal punto di vista impresa, è ben vista. Non posso parlare per il mondo sindacale ma se si va verso la flessibilità negli orari di lavoro, la diversificazione delle competenze (smart working, ergonomia in fabbrica) vuol dire che si va verso una diversa gestione del modo di lavorare. Dopo di che l’azione responsabile, privata e pubblica, deve essere quella di mettere le persone in condizione di cogliere questo cambiamento. Il privato deve appoggiarsi su istituzioni e amministrazioni in grado di dare i giusti strumenti di base per far lavorare il mercato. La flessibilità, se è gestita ed è funzionale al prodotto nel rispetto di chi lavora, è un fatto naturale. Ormai non è l’orologio che comanda è l’obiettivo che comanda e poi la trasformazione digitale aiuta sicuramente questo processo”, conclude Gay. Per Luca Colombo “una delle cose da tenere sempre più in considerazione è che le aziende oggi sono un po’ più avanti di quella che è la regolamentazione. Le aziende, certo non tutte, hanno compreso da anni come mettere il dipendente nelle giuste condizioni di soddisfazione, aiuti ad avere dei ritorni migliori. Le aziende del mercato tecnologico capiscono che se un dipendente è trattato bene, è messo nelle migliori condizioni di lavorare (non deve preoccuparsi per il pranzo, deve avere un’assicurazione sanitaria che gli permetta di essere tranquillo) indirettamente l’azienda ha un ritorno. Non riesco a parlare di regolamentazione ma oggi spesso le aziende sopperiscono alle carenze delle regole”, conclude Colombo.