Rapporto Orim: ‘L’immigrazione in Lombardia 2016’ (2)

Milano – Nel 2016, secondo i dati del Rapporto Orim, sono sbarcate nel nostro Paese 181.436 persone, a fronte di 123.600 richieste d’asilo. Tra le 91.102 domande analizzate, lo status di rifugiato e’ stato concesso solo a 4.808 richiedenti (il 5 per cento); altre forme di protezione sono state concesse a 31.852 persone (35 per cento), mentre non hanno ricevuto alcun riconoscimento altri 51.170 richiedenti (56 per cento) a cui vanno aggiunti anche 3.084 irreperibili (4 per cento) che hanno fatto richiesta d’asilo e poi sono spariti nel nulla. Di fatto, tra coloro che non hanno inoltrato richiesta d’asilo e coloro che non hanno ricevuto alcuna forma di protezione, sono ben 112.090 i nuovi clandestini riconosciuti nel nostro Paese solo tra coloro sbarcati nel 2016. Per la Lombardia la situazione e’ ancora peggiore. In termini percentuali, su 10.492 domande analizzate dalle commissioni lombarde, i profughi sono risultati 717 (7 per cento), altre 3.027 persone (29 per cento) hanno ottenuto protezione sussidiaria o umanitaria, mentre i non riconosciuti e gli irreperibili sono ben 6.739, il 64 per cento. In Lombardia dunque 2 richiedenti asilo su 3 sono clandestini. Nell’anno accademico 2015/16, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di stranieri iscritti nei suoi atenei, sia pubblici sia privati: 17.868, pari al 24,3 per cento di iscritti stranieri su scala nazionale, con un aumento del 4,1 per cento rispetto all’anno accademico 2014/15. La stessa situazione si conferma se consideriamo solamente il
numero di immatricolazioni: 3.188, ovvero il 24,1 per cento del valore complessivo italiano (+4 per cento rispetto all’anno accademico precedente). Gli atenei piu’ frequentati sono quelli milanesi e, in relazione all’ambito disciplinare, e’ l’area sociale la piu’ scelta, sia per quelli gia’ iscritti stranieri sia per le sole matricole. Rispetto alla macroarea di provenienza i dati al 1° luglio 2016 confermano il primato degli est-europei con 472.000 unita’ (4.000 in meno rispetto a dodici mesi prima), che precedono gli asiatici, con 335.000 (6.000 in piu’). Il terzo gruppo per importanza, i nordafricani, si caratterizza con 233.000 unita’ e quasi 7.000 in meno rispetto al 2015, ed e’ seguito dai latinoamericani, stimati in 166.000 (2.000 in meno), e dagli ‘altri africani’, la cui consistenza numerica al 1° luglio 2015 e’ valutata in circa 109.000 unita’ (mille in piu’). In termini relativi gli est-europei detengono il 35,9 per cento del totale – la meta’ del quale (17,4 per cento) riferito alla componente Ue.