CETA: Regione Lombardia, libero scambio truffa, penalizzato made in Italy

Milano – “Tra il protezionismo e la tutela del Made in Italy si inserisce, a meta’ del guado, l’accordo Ceta: un libero scambio truffa tra il Canada e l’Unione europea, figlio di un compromesso in salsa democristiana in cui i prodotti Dop e Igp hanno una protezione di facciata e valevole per una lista limitata di prodotti”. E’ il commento amaro dell’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, sull’accordo Ceta, ratificato dal Parlamento europeo nei giorni scorsi. “Qualcuno si e’ lasciato irretire dalle sirene di un possibile incremento dell’export alimentare verso il Canada, che per la Lombardia vale 85 milioni di euro – ricorda Fava – mentre ha perso completamente di vista il rischio derivante dall’apertura delle frontiere di un mercato che produce con regole molto diverse dalle nostre e con tutele molto inferiori, in alcuni frangenti”. “Il Ceta appare piu’ un porte aperte verso l’Europa, il medesimo atteggiamento che gli ‘eurocialtroni’ di Bruxelles hanno assunto nel caso dell’immigrazione clandestina – attacca l’assessore Fava -. I tratti sono comuni, perche’ a farne le spese sono il sistema agroalimentare Made in Italy e le Regioni del Nord, dove il governo cerca di concentrare tutti i finti profughi che l’Unione europea permette di far entrare, con la connivenza del governo italiano”.