Galli (il Salotto): in Galleria pronti a dare una mano per Moda e Design

Milano – Pier Antonio Galli portavoce dell’associazione dei negozi della Galleria, il Salotto, mostra disponibilità: “Per le settimane della moda, ma anche per il Fuorisalone del Design e per il Salone del libro, noi siamo disponibili a realizzare occasioni d’incontro per i turisti e gli operatori che arriveranno a Milano. D’altra parte l’abbiamo già fatto in precedenza ospitando le comunità cinesi presenti in città per le fiere. Le botteghe storiche, in particolare i ristoranti della tradizione milanese possono fare molto e hanno diritto di cittadinanza in Galleria”. “La galleria è il simbolo di Milano nel mondo”, spiga Andrea Loiacono, titolare la locanda del Gatto Rosso, uno dei locali che rischia di doversene andare dal centro. “Tutti i turisti e non solo loro, passano di qui. Certo ci vogliono le grandi firme perché portano lustro e vantaggi economici, ma i turisti che arrivano in galleria si aspettano di trovare anche le botteghe storiche, i negozi e i ristoranti della tradizione gastronomica milanese. Non è un caso che Expo abbia avuto successo: perché centinaia di migliaia di persone hanno scelto Milano e l’Italia per le sue tradizioni gastronomiche e non per i marchi e le griffe che si trovano in tutto il mondo. Ora siamo fermi, il bando scade a gennaio in attesa che il Tar deliberi a giugno, ora siamo in attesa e ci sentiamo soli. “Ci aspettiamo maggiore aiuto dalle associazioni di categoria”, conclude Loiacono. “L’amministrazione comunale non tratta tutti allo stesso modo però – insiste Galli – e soprattutto mostra di avere scarso interesse per i lavoratori. Pensi che la garanzia dei livelli occupazionali vale solo 30 punti. I concessionari uscenti di fatto sono penalizzati, noi manterremmo il 100 per 100 del personale dipendente e otterremo 30 punti, un’azienda subentrante otterrebbe ugualmente 30 punti come noi in teoria anche senza assumere nessun nuovo dipendente, perché la clausola fa riferimento alla possibilità di rilevare i nostri addetti nella misura del 50% ma recita “in caso di nuove assunzioni”, nessun obbligo dunque. Parliamo di 44 persone”, conclude il portavoce dell’associazione.