Istat: cresce (di poco) l’inflazione, in su i costi dell’energia

Roma – Nel mese di gennaio 2017, secondo le stime preliminari, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dello 0,9% nei confronti di gennaio 2016. Il rialzo dell’inflazione a gennaio 2017 è spiegato dalle componenti merceologiche i cui prezzi presentano maggiore volatilità. Si tratta in particolare della netta accelerazione della crescita tendenziale dei Beni energetici non regolamentati (+9,0%, da +2,4% del mese precedente) e degli Alimentari non lavorati (+5,3%, era +1,8% a dicembre), cui si aggiunge il ridimensionamento della flessione dei prezzi degli Energetici regolamentati (-3,0%, da -5,8%). A gennaio, infatti, l'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e alimentari freschi, rallenta, seppur di poco, portandosi a +0,5%, da +0,6% del mese precedente; al netto dei soli Beni energetici, invece, si porta a +0,8% (da +0,7% di dicembre). L’aumento congiunturale dell’indice generale dei prezzi al consumo è principalmente dovuto ai rialzi dei prezzi dei Beni energetici sia non regolamentati (+3,0%) sia regolamentati (+1,3%) e degli Alimentari non lavorati (+2,9%), in parte compensati dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,7%). Su base annua la crescita dei prezzi dei beni accelera in misura significativa (+1,2%, da +0,1% di dicembre) mentre quella dei servizi rallenta (+0,6%, da +0,9% del mese precedente). Di conseguenza, rispetto a dicembre, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni torna negativo dopo 46 mesi portandosi a meno 0,6 punti percentuali. L’inflazione acquisita per il 2017 risulta pari a +0,6%. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dell’ 1,1% su base mensile e dell’1,9% su base annua (era +0,6% a dicembre). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,9% in termini congiunturali e registrano una crescita su base annua del 2,2%, dall’1,0% del mese precedente. Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce del 2,0% su base congiunturale e aumenta dello 0,7% su base tendenziale (da +0,5% di dicembre). La flessione congiunturale è in larga parte da ascrivere ai saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto.