Tessile-Abbigliamento: il perché dello sciopero a Pitti Uomo

Milano – Il prossimo 13 gennaio i lavoratori del settore tessile e calzaturiero incroceranno le braccia insieme a quelli del settore elettricità. La decisione è stata presa a Milano, il 21 dicembre, dall’Assemblea nazionale. La rivendicazione dello sciopero è la stessa per tutti: il contratto. “Ci sono molti motivi diversi per spiegare questa situazione. Da una parte c’è una lunga crisi che ha lasciato il segno. Dall’altra, la politica che Confindustria persegue nel rendere i contratti inerti, quando avremmo invece bisogno di accordi che gestiscano la crisi, che intervengano sulle flessibilità e che negozino l’orario.” A dirlo, ai microfoni di RadioArticolo1, è il segretario generale della Filctem Cgil, Emilio Miceli. Sul sito di Rassegna Sindacale la sintesi dell’intervista: Quella di trasformare gli aumenti salariali in bonus, quasi fossero delle elargizioni, è, secondo il leader della Filctem “un’idea che non possiamo che rifiutare, anche perché noi siamo abituati a un sistema di relazioni industriali solido, partecipativo, in cui si negozia tutto. Se ci mettiamo nelle mani del governo sugli incentivi, come vuole Confindustria, con una sorta di verifica ex-post dell’inflazione, con una procedura piatta, burocratica, ragionieristica, è difficile tenere in piedi il contratto come organismo vitale che regola il rapporto tra il lavoratore e l’impresa”. Infine c’è la questione del salario, “uno dei nodi sui quali ci si è spesso avvitati nel corso di questa stagione contrattuale”. “La nostra controparte – conclude Miceli – immagina che l’aumento possa essere anche un voucher. E’ una controrivoluzione copernicana della contrattualistica, è il mondo sottosopra. Noi ci misuriamo con questi problemi, ed è il motivo per cui con i tessili ancora non riusciamo a fare il contratto. E stiamo parlando di oltre 700.000 lavoratori. Per questo sciopereremo il 13 gennaio, perché c’è bisogno di costruire un contratto che abbia coordinate chiare. Il salario si negozia e non si registra, non è una sede inerte che raccoglie la registrazione degli aumenti in busta paga e le disposizioni di legge. Se hanno in testa questa cosa, non ci saranno spazi”.