Lavoro: il caso Convergys di Cernusco in Regione

Milano – Una “black list” delle aziende che abbandonano la Lombardia con modalità ritenute “scorrette” e un sistema di premialità nelle commesse pubbliche per quelle che, invece, continuano a investire e operare sul territorio lombardo. Compatibilmente con le norme nazionali e comunitarie, è questa l’ipotesi di lavoro concordato oggi nella Commissione Attività produttive. La stretta è stata ipotizzata in occasione della articolata audizione sul caso della Convergys di Cernusco sul Naviglio (Mi), sede lombarda del call center statunitense che ha deciso di accorpare la propria attività in Sardegna, a Cagliari, mettendo in serie difficoltà il futuro lavorativo per 213 dipendenti. Sindacati e lavoratori hanno usato in maniera sintetica l’equazione “trasferimento uguale licenziamento” chiedendo un tavolo di lavoro con azienda, Regione e Ministero per trovare una soluzione condivisa, “La decisione non è trattabile né revocabile” perché, secondo l’azienda, presa nel rispetto delle normative e per mantenersi in Italia e non delocalizzare. Preoccupazione per le ricadute sul territorio sono state espresse dal sindaco di Cernusco, dal collega di Pessano con Bornago e dagli assessori di Pioltello e Cassina De’ Pecchi. Onorio Rosati (Pd) propone una “ black list per chi non si comporta in modo responsabile”, mentre Lara Magoni (Lista Maroni) sollecita incentivi per chi decide di restare in Lombardia. Notizie più rassicuranti, invece, dall’audizione dello storico marchio di rubinetti “Mamoli”, di cui la Commissione si era già occupata ad aprile. L’azienda ha illustrato l’operazione di cessione di ramo agli svizzeri della Franke e ai piemontesi della Paini, operazione che ha consentito una ripresa della produzione con l’assorbimento anche di dieci persone in più rispetto alle attuali condizioni produttive.