Mense scolastiche: Nord, il 30% dei ragazzi costretto a rinunciare

Milano – Il Rapporto “(Non) tutti a mensa! 2016”, realizzato da “Save the Children” sulla proposta di refezione scolastica delle scuole primarie di 45 Comuni capoluogo di provincia con più di 100mila abitanti, ripropone il tema dell’accesso al pasto di mezzogiorno dei giovani studenti, in alcuni casi risolto con la “schiscetta” in classe. Secondo lo studio (IV edizione) sono privi di mensa il 40% degli istituti scolastici principali. E il problema, seppur con dimensioni diverse, riguarda tutto il Paese: in Puglia (53%), Campania (51%) e Sicilia (49%). Al Nord in Veneto (32%), Liguria (29%), Lombardia (27%) e Piemonte (27%). Ma dove le mense ci sono sono molti i bambini che sono costretti a rinunciarvi. Se in Sicilia è l’80% dei bimbi che rinuncia e in Umbria il 54%, nelle regioni del Nord – salvo il Trentino (11%) – la media è del 30% circa. E in molti casi la rinuncia è dettata dallo stato di povertà che impedisce alle famiglie di pagare la mensa per i propri ragazzi. Secondo “Save the Children” l’estensione gratuita del servizio mensa a tutti i bambini in “zona disagio” deve essere inteso come uno “strumento di contrasto alla povertà minorile”, dal momento che “il 5,6% di bambini e ragazzi, un bambino su 20, non consuma neppure un pasto proteico adeguato al giorno”.