Avis Milano: grande generosità nei giorni del post-terremoto

Milano – Con il presidente di Avis Milano Massimo Maria Molla, l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera e il direttore dell’Asst Niguarda Marco Trivelli è stata presentata oggi la 5° edizione dell’Innovation Running Day “io faccio la marcia della salute”, in programma sabato 8 ottobre dalle ore 14:30. Tre corse, da 3 o 9 km, e staffetta all’interno dell’ospedale di Niguarda e passaggio esterno nel Parco Nord, intrattenimento per bambini, visita guidata alla parte artistica dell’ospedale, aree dedicate alla prevenzione sanitaria e alle realtà attive nel sociale. Destinazione di parte del ricavato ottenuto dalle iscrizioni a un progetto in favore delle popolazioni terremotate. Si tratta dell’evento organizzato per diffondere il progetto di responsabilità sociale B2Blood nelle aziende, lanciato in collaborazione con Assintel, l’Associazione Confcommercio delle imprese Ict, e poi esteso a tutte le realtà aziendali del territorio milanese. Con B2Blood si vuole coinvolgere l’azienda nella diffusione della cultura del dono del sangue e far beneficiare i propri collaboratori di controlli sanitari periodici e percorsi di prevenzione soprattutto in ambito pneumologico, cardiologico, nutrizionale, e non solo. I contatti con la cittadinanza nei giorni del sisma: le email, da un media di 2 al giorno, sempre nei primi 23 giorni, hanno superato le 100 giornaliere; i contatti telefonici da meno di 30 al giorno sono passati a circa 3.000 sempre al giorno fino a fine mese per poi diminuire a circa 600 ancora nei primi giorni di settembre; le nuove domande di candidatura alla donazione nel mese sono balzate da meno 36 nel pre-terremoto a più 175 negli 8 giorni della fine di agosto. “Una grande risposta emotiva, un volontà di essere di aiuto subito, di manifestare la volontà di esserci”: ha affermato il presidente di Avis Milano Massimo Maria Molla. “Poco importa – ha aggiunto il direttore Sergio Casartelli – se l’unità di sangue non sarebbe andata proprio per i terremotati. In fondo anche un ricoverato in città che non può rinunciare a una trasfusione è un ‘terremotato’ dalla vita. Ora occorrerà mantenere vivo l’impegno a donare periodicamente proprio per le necessità quotidiane che, come denunciato nella prima parte del mese di agosto per la Lombardia, ma anche per altre Regioni, hanno avuto difficoltà ad essere soddisfatte. Una seconda constatazione è che, se vogliamo, possiamo fare molto di più e risolvere alla radice le carenze di donatori: in fondo il 50 % della cittadinanza può essere donatore e, di conseguenza, esiste un bacino di potenziali nuovi donatori enorme a Milano, dai circa 50.000 al 50 % dei milanesi”.