Inglese: Cordani (Federlingue-Confcommercio), ha ragione il sindaco, non basta essere madrelingua

Milano – Pare proprio sia indispensabile, per chi vive e lavora a Milano, città internazionale, la conoscenza della lingua inglese. Ne è convinto il sindaco Giuseppe Sala, che ha sollevato per primo il problema nei giorni scorsi e concorda Elena Cordani, presidente di Federlingue Confcommercio. L’organizzazione che rappresenta le imprese che offrono Servizi Linguistici quali traduzioni, interpretariato, formazione linguistica, localizzazione, internazionalizzazione e servizi collegati, in una logica di “polo linguistico”. “Ma non basta un insegnante madre lingua, occorre costruire il corso di apprendimento su misura, perché le esigenze sono davvero tante. Noi di Fderlingue Confcommercio stiamo lavorando da tempo in questa direzione e non soltanto nelle vie della moda, ormai i turisti stranieri hanno imparato a conoscere la città e girano liberamente per fare shopping. Abbiamo formato centinaia di esercenti e commessi che avevano la necessità di soddisfare la domanda di turisti e viaggiatori. Naturalmente prima di tutto l’inglese ma non basta accontentarsi della lingua, bisogna essere informati sulla cultura e i modi di essere delle diverse realtà, anche per combattere certi pregiudizi. Le culture sono molte e ciascuno chiede rispetto e attenzione, a partire dai cinesi per arrivare a russi e viaggiatori provenienti dal Medioriente. A volte basta un gesto fuori posto per creare disagio negli interlocutori. Ma la lingua inglese è fondamentale, lo hanno capito bene anche i tassisti milanesi che da tempo dedicano spazio all’apprendimento. Coi nostri insegnanti e i corsi che progettiamo vogliamo dare risposte puntuali ai nostri “allievi”, spesso professionisti e persone già adulte. Proponiamo corsi di gruppo, individuali o di piccoli gruppi, a seconda delle necessità e del livello di apprendimento. A volte non basta la scuola tradizionale e soprattutto va bandita ogni improvvisazione. Sappiamo bene che abbiamo a che fare con persone adulte, che lavorano, e hanno responsabilità concrete. Vietato sbagliare”.