Lombardia: Regione, mensa scolastica non sia altra tassa

Milano – “Convochero’ al piu’ presto l’ Anci, una rappresentanza del Consiglio e dell’Ufficio Scolastico Regionale della Lombardia e dell’Associazione Genitori per un confronto finalizzato a introdurre flessibilita’ sulle modalita’ dei pasti a scuola che non escludano alimenti confezionati a casa”. Lo ha anticipato l’assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro di Regione Lombardia Valentina Aprea intervenendo in VII Commissione consiliare ‘Cultura, istruzione, formazione, comunicazione e sport’ convocata a Palazzo Pirelli. Rispondendo alla mozione relativa allo ‘sviluppo del servizio mensa e del pasto da casa’, l’assessore Aprea ha ricordato che, ad oggi, “Le famiglie che decidono di non usufruire della refezione scolastica sono costrette a prelevare da scuola gli studenti all’ora di pranzo, per poi riaccompagnarli al termine del pasto”. “Prevedere modalita’ alternative al pasto confezionato dalle mense scolastiche richiede tuttavia la condivisione di regole precise – ha sottolineato l’assessore
Aprea – per dare garanzie sia agli alunni sia agli insegnanti che devono essere certi che quanto verra’ messo in tavola non produrra’ danni agli studenti”. “Oggi c’e’ un obbligo di fatto al ‘tempo pieno’ – ha spiegato Aprea – perche’ gli alunni hanno dai tre ai cinque rientri pomeridiani nelle scuole del primo ciclo. Questo non puo’ trasformarsi in un’altra tassa. Quindi, o dei costi del pranzo degli alunni si fa carico lo Stato, o dobbiamo trovare modalita’ condivise. L’obiettivo e’ arrivare a piatti leggeri, sostituendo ad esempio il pasto completo che in molti casi viene sprecato”. “I ‘nuovi poveri’ – ha ricordato Aprea – che si trovano in momentanea difficolta’ per aver perso il posto di lavoro improvvisamente, non riescono a far fronte ai pagamenti previsti in quanto il reddito subisce diminuzioni”. “Il modo migliore per affrontare situazioni cosi’ – ha proseguito Aprea – e’ trovare mediazioni che non danneggino i bambini e ne garantiscano sicurezza ma anche liberta’, per i loro genitori, di educarli a tavola secondo le loro abitudini e tradizioni. La soluzione immediata potrebbe essere anche soltanto dimezzare le rette e dare un solo pasto caldo a pagamento”.