Ferlini: più produttività e innovazione sociale per uscire dalla crisi

Milano – La ricetta di Massimo Ferlini – già assessore milanese all’Ambiente e ai Lavori pubblici nelle giunte di centrosinistra, oggi nella Giunta di Camera di Commercio Milano – per rilanciare l’economia dopo la caduta del Pil, sulle pagine de ilsussidiario.net, parte da una critica alle forze più conservatrici: “Ancora in questa fase – scrive Ferlini -le forze economiche spingono per una redistribuzione globale che apre nuove tensioni sociali, crea vincitori e vinti, e la risposta non può essere un ritorno a chiusure nazionalistiche. Una via nuova non può che passare da un governo globale delle trasformazioni che abbia nell’Europa uno dei soggetti attuatori”. “Prima di prendere atto che una fase si è conclusa e vedere emergere una nuova capacità nell’affrontare i problemi che si pongono, abbiamo assistito ad anni di sterili proteste. Tuttora una parte delle forze sociali continua a ritenere valide le piattaforme del secolo scorso. Quindi no a qualsiasi riforma del mercato del lavoro, il posto fisso resta l’obiettivo come se fossimo ancora nella prima rivoluzione industriale, un unico contratto nazionale perché l’eguaglianza è la priorità e così via. Per fortuna non tutti sono rimasti fermi. Anche in questi anni di scontro ideologico fra conservatori e innovatori alcuni hanno avuto il coraggio, anche senza applausi pubblici, di sperimentare nuove forme contrattuali. Così accordi aziendali e territoriali che hanno posto la centralità di aumenti di produttività e nuova organizzazione del lavoro con premi salariali legati ai risultati hanno saputo creare esempi positivi, obbligando la politica e le forze sindacali a una riflessione. La politica, dopo aver rottamato i riti concertativi, ha saputo offrire nella Legge di stabilità del 2016 vantaggi fiscali per accordi contrattuali che avessero come base incrementi di produttività e innovazione sociale. È stata presentata come una misura di sostegno al welfare aziendale perché fino a 2.000 o 2.500 euro gli incrementi salariali legati a fattori di produttività misurabili godono di regime fiscale favorevole e decontribuzione”.