Saldi: distretti dello shopping -20%

 

Milano – “Il confronto con l’anno scorso è duro da digerire –spiega un articolo de Il Corriere Della Sera – ma l’andamento rispetto al 2014 fa ancora più male. I saldi estivi sono, senza appello, un flop. Cali a due cifre ovunque con l’eccezione del Quadrilatero e Buenos Aires che riescono a strappare uno stentato pareggio. «Luglio 2015 era stato un disastro, pensavamo fosse per Expo che attirava a Rho. Ma quest’anno è uguale, forse anche peggio», scuote la testa Alessandro Prisco, presidente Ascoduomo. Meno dieci per cento i ricavi della zona rispetto al 2015; meno venti per cento se si confronta con il 2014. I numeri non lasciano scampo.«Prendiamo via Torino, ad esempio: l’inizio è vivace, già verso il Carrobbio desolante». Non aiuta il meteo. Le temperature impennano, le vendite precipitano. Poi ci sono i temporali, «il colpo di grazia», come sintetizza Alessandro Albanese di AscodeAngeli. Lì meno 20 per cento rispetto all’anno scorso e meno 35 nel giro di due anni: «Crollo, discesa costante. Anche se in questi giorni va un filo meglio». Giusi Vitale di Ascoborsieri, zona Isola, tira il fendente: «Le grandi catene e i centri commerciali, ultimo quello di Arese, stanno distruggendo i negozi di prossimità — accusa —. Per avere qualche speranza legata ai saldi dovremmo investire in comunicazione cifre che non abbiamo, e nessuno ci aiuta». Non usano mezze parole per descrivere (in negativo) l’andamento degli sconti partiti il 2 luglio. «Non attirano neanche ribassi fino al 70 per cento e allora cosa dobbiamo fare», lamenta Francesco Novetti di Ascosarpi. Eppure a macchia di leopardo, eccezioni ci sono: pare una Milano a doppia velocità. Buenos Aires, ad esempio. Tre chilometri di vetrine, 280 negozi, quasi tutti internazionali: «Rispetto al 2014 si registra un lieve miglioramento — è sollevato Gabriel Meghnagi, consigliere di Confcommercio che guida l’associazione del corso —. Hanno iniziato ad arrivare i turisti che spendono. Dall’Asia, dal Medio Oriente. In misura minore gli europei».