Codice Appalti: Confartigianato, penalizzate le Pmi

Roma – Critiche da Confartigianato al nuovo codice degli Appalti. Sono trascorsi 93 giorni dalla pubblicazione del nuovo Codice dei Contratti Pubblici ma “non si hanno ancora notizie dei decreti attuativi e della soft law. Ad oggi sono disponibili soltanto le linee guida dell’Anac che però appaiono tarate per tipologie aziendali lontane dalle micro e piccole imprese e non sembrano favorire l’annunciata semplificazione” si spiega in un comunicato. Si registrano criticità nella gestione dell’offerta economicamente più vantaggiosa, del sotto soglia, delle cause di esclusione e del rating di impresa”. Ma l’aspetto che preoccupa di più e il “preoccupante rallentamento dell’attività delle Stazioni appaltanti. Questi aspetti stanno impedendo alla domanda pubblica di rinvigorire settori come quello delle costruzioni che, tra il 2007 e il 2015, ha perso il 42,4% della produzione e nei primi 5 mesi del 2016 ha visto un ulteriore calo del 2,4%”. “Le difficoltà emerse in questi tre mesi – sottolinea il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti – rendono necessaria la costituzione di un tavolo istituzionale con tutti gli operatori economici per non ritrovarci, alla fine del periodo di sperimentazione, con un tessuto produttivo decimato dalla crisi e dalle risorse non spese”. “Bisogna assolutamente raggiungere l’obiettivo di consentire agli artigiani e alle micro e piccole imprese (sono 71mila quelle interessate) di cogliere le opportunità del mercato degli appalti pubblici e recuperare l’enorme gap che discrimina la loro partecipazione alle gare d’appalto. Basti dire che in Europa le Pmi vincono il 29% delle gare d’appalto, con un indice di discriminazione del 29%, mentre in Italia, il Paese delle Pmi, questa discriminazione è massima, e raggiunge il 47%. Occorre vigilare sull’attuazione del Codice con un meccanismo che garantisca alle micro e piccole imprese l’effettiva partecipazione alle gare. Nulla di strano o eccezionale, visto che negli Stati Uniti è una prassi consolidata e l’Europa non la vieta”, conclude Merletti.