Spesa pubblica: nota polemica dell’Anci su dati Confcommercio

Roma – Risposta polemica dell’Anci ai dati diffusi in mattinata da Confcommercio. “Dati inverosimili”, dice l’Anci. “In un momento in cui i Comuni sono impegnati a lavorare sui fabbisogni standard e sul riequilibrio della spesa, faticosamente ma in modo scientifico ed efficace, fa specie leggere di rapporti confezionati con criteri poco ortodossi, per usare un eufemismo, e che generano l’unico effetto di creare inutile confusione su un tema tanto delicato quanto quello della spesa degli enti locali”. “E’ fuorviante – prosegue la nota dell’Anci – inserire nello stesso calderone le spese di Regioni, Province e Comuni, prendendo tra l’altro a riferimento i dati di una sola Regione. I circa mille euro di spesa corrente pro capite dei Comuni, che si stanno riequilibrando su tutto il territorio nazionale, rappresentano spese per servizi ben diversi, con costi ben diversi e rivolti a fasce di popolazione ben diverse rispetto alle risorse spese da Regioni o Province, per fare solo un esempio”. “I dati certificati, non solo dall’Anci o dall’Ifel, ma da Istat e dalla Corte dei Conti, raccontano una realtà ben diversa, un comparto, quello dei Comuni, letteralmente salassato negli ultimi anni, all’interno del quale la spesa per i servizi essenziali ai cittadini continua ad essere garantita nonostante i tagli, nonostante l’obbligato aumento delle tasse locali che non rimangono sui territori, e nonostante rapporti di valenza assai relativa, per usare ancora un eufemismo, utili solo ad alimentare ragionamenti su presunti miliardi di sprechi”.