Coldiretti: mais in frenata, il riso vola

Milano – La Lombardia frena sulla coltivazione del mais e scommette sul riso, cresciuto di oltre novemila ettari negli ultimi 24 mesi. E’ quanto emerge dall’ultimo monitoraggio della Coldiretti regionale sugli impieghi dei terreni per due delle colture più diffuse in Lombardia. La prima, il mais, base alimentare dell’intero sistema zootecnico, dal 2014 a oggi è passato da 365mila a 314mila ettari perdendo oltre 50mila ettari impiegati. La seconda, il riso, che ha la sua culla fraMilano, Lodi e Pavia, nello stesso periodo ha aumentato le superfici di oltre novemila ettari, con una progressione a livello regionale di quasi il 5% fra il 2015 e il 2016, arrivando a più di 101mila ettari totali. Record di Lodi a +21,7% dove il riso è passato da 1.849 a 2.244 ettari. Milano –spiega la Coldiretti Lombardia – ha registrato un +8% (da 13.266 a 14.352 ettari), mentrePavia, prima provincia risicola d’Europa è salita di oltre il 4% (da 80.127 a 83.388 ettari). Quest’anno – spiega Coldiretti Lombardia – qualche piccolo campo si è visto anche nel Cremonese e nel Bresciano. Unico calo nel Mantovano che perde quasi l’8% passano da 1.281 a 1.179 ettari. “Le quotazioni di questi prodotti hanno influenzato le scelte degli agricoltori, considerato che il mais quest’anno ha oscillato, fino a oggi, fra i 19 e i 20 euro al quintale contro i circa 80 euro di una stessa quantità di riso Carnaroli. E’ chiaro poi che ogni azienda ha costi diversi e prima di scegliere di cambiare o aggiungere una coltura è necessario valutare bene i costi fissi e di investimenti sui macchinari che bisogna affrontare, nulla può essere improvvisato o lasciato al caso” spiega Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia.