Allevamenti: Lombardia, appello per certificazione ed export suini

Mantova – L’’assessore all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, a margine della visita di alcuni allevamenti tra Mantova e Verona, ha parlato della certificazione per l’export. “Ottenere la certificazione per l’export delle carni e dei sottoprodotti della suinicoltura dal ministero della Salute e l’autorizzazione del ministero delle Politiche agricole per sbloccare una parte dei fondi del Psr e consentire alla Lombardia di approntare una misura di emergenza per la suinicoltura; entro il 2016, poi, mi aspetto che il ministero delle Politiche agricole converga sulla possibilita’ di concedere gli aiuti accoppiati a livello nazionale. Se il ministero della Salute autorizzasse un sistema di certificazione regionale dello stato sanitario degli allevamenti suini – ha riassunto Fava a Gianni Pagliari, da poco eletto alla guida della sezione Suini dell’Associazione mantovana allevatori – i produttori lombardi e della Macroregione agricola del Nord potrebbero esportare in Cina e vedersi pagare le teste degli animali piu’ di 5 euro, mentre oggi hanno difficolta’ a collocarle sul mercato”. Calcolatrice alla mano, con una produzione di oltre 4 milioni di capi in Lombardia, su un totale nazionale di 8.675.000 suini allevatori, significa che per gli allevamenti lombardi i benefici potrebbero superare i 20 milioni di euro. La suinicoltura non e’ ancora uscita dalla fase di emergenza e i listini di mercato non assicurano una remunerazione sufficiente,
soprattutto per chi alleva a ciclo chiuso. Secondo gli allevatori, il numero di scrofe e’ diminuito vertiginosamente in questi ultimi anni passando da 750.000 unita’ nel 2010 a circa 480.000 nel 2016″. Numeri molto inferiori rispetto ai principali paesi produttori a livello europeo: 2 milioni le scrofe allevate in Germania, 2,5 milioni in Spagna, 1,2 milioni in Danimarca, 1 milione in Olanda. “La filiera deve investire in promozione e rilanciare le carni fresche Made in Italy e i prosciutti Dop – ha raccomandato Fava – e allo stesso tempo diventa improcrastinabile l’attenzione del Mipaaf alla filiera. La Lombardia e’ pronta a fare la propria parte, senza dover aspettare che si verifichino emergenze sanitarie, come accade sistematicamente in Sardegna, Campania e Calabria”.