Quote latte: Lombardia e Veneto alla Conferenza delle Regioni

Milano – Gli assessori all’Agricoltura della Lombardia, Gianni Fava, e del Veneto, Giuseppe Pan, hanno inviato una lettera molto articolata sul tema delle quote latte e delle procedure di prelievo forzoso predisposte da Agea all’assessore pugliese Leonardo Di Gioia, presidente della Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni. “Rispetteremo quanto dispone la legge – ha dichiarato Fava – ma non abbiamo alcuna intenzione di operare vessazioni disposte unilateralmente Agea e dal ministero delle Politiche agricole, con lo scopo di trattenere soldi degli allevatori non dovuti”. Nella missiva gli assessori Fava e Pan chiedono di “provocare un doveroso chiarimento sulla vicenda da parte del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, e dei conseguenti eventuali atti normativi”,
segnalando che nell’attesa “le scriventi Regioni procederanno unicamente alle attivita’ indifferibili, che competono ai sensi del comma 9 articolo 1 della legge 119/2003, come le intimazioni e/o l’iscrizione delle relative somme nel registro debitori”. Lombardia e Veneto non vogliono dunque procedere contra legem, ma desiderano avere delucidazioni, alla luce di alcune sentenze del Tar (l’ultima in ordine temporale la 184/2016 del Tar dell’Emilia-Romagna), alcune in contraddizione fra loro, secondo le quali “non sarebbe motivata la ragione dell’intervenuto mutamento dei criteri e delle regole di compensazione, introdotte dalla Legge nazionale 91/2015, a campagna chiusa e col mancato previo coinvolgimento della Commissione europea nell’adozione dei nuovi criteri posti a presupposto delle operazioni di compensazione e prelievo”. Numerosi sono i punti da chiarire, nel rispetto degli
allevatori, “gia’ gravati da una crisi di mercato senza precedenti”, ha ammonito Fava. Ad esempio, come mai, nonostante l’Unione europea avesse previsto il pagamento dell’importo del prelievo dovuto relativo al periodo annuale a decorrere dal 1° aprile 2014 con tre rate annuali senza interesse, l’Italia non ha adottato tale soluzione. Fino a quando il ministro Martina non avra’ chiarito, “le strutture tecniche di Veneto e Lombardia si atterranno esclusivamente alle attivita’ indifferibili, come le iscrizioni delle somme nel registro debitori. Nessuna volonta’ di trasformarsi negli esattori di somme oggetto di possibili contestazioni”.