Immigrati: Fondazione Di Vittorio, salari più bassi del 24%

Milano – Occupati prevalentemente nei settori a basso valore aggiunto (servizi alla persona, agricoltura, costruzioni, alberghi e ristoranti), dove la concorrenza con l’offerta di lavoro della componente italiana risulta marginale, con basse qualifiche e una retribuzione media netta inferiore di circa 360 euro al mese. E’ questa la fotografia del lavoratore immigrato he emerge dallo studio “Le conseguenze della crisi sul lavoro degli immigrati in Italia”, realizzato dalla Fondazione Di Vittorio della Cgil, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio sulle migrazioni, che ha analizzato le condizioni dei lavoratori stranieri occupati in Italia nel quinquennio 2011-2015. Il lavoro degli immigrati ha contenuto il declino dell’occupazione nel nostro Paese e l’incidenza dell’occupazione straniera sul totale degli occupati è aumentata di 1,5 punti percentuali (+329 mila unità), attestandosi nel 2015 al 10,5%. Ma a quali condizioni? La crisi ha colpito duramente anche la forza lavoro straniera, con un tasso di disoccupazione nel 2015 più alto di quasi 5 punti rispetto a quello relativo alla forza lavoro italiana (16,2 vs 11,4). Così come è aumentata la precarietà e il part time involontario. Tutto questo si ripercuote naturalmente sulle retribuzioni con il differenziale retributivo in crescita di 2 punti percentuali dal 2011. Oggi la retribuzione media di un lavoratore immigrato rispetto a quella di un lavoratore italiano è più bassa del 24% e il divario aumenta tra le donne. In valore, un lavoratore straniero dipendente a tempo pieno percepisce in media 362 euro netti al mese in meno rispetto ad uno italiano (-350 euro gli uomini; -385 euro le donne).