Buona scuola: Cgil, referendum contro, i 4 quesiti

Bergamo – A difesa della scuola pubblica, lo scorso aprile, è stata lanciata una campagna referendaria promossa da sindacati di categoria, organizzazioni studentesche, forze sociali e politiche. L’obiettivo dei 4 quesiti referendari – si legge in una nota sindacale – è quello di abrogare altrettante norme della legge 107 (la cosiddetta ‘Buona Scuola’, più che altro ‘mala scuola’, secondo i sindacati) approvata lo scorso anno dal governo Renzi nonostante le mobilitazioni e l’opposizione del mondo dell’istruzione. Anche a Bergamo sindacati della scuola Flc-Cgil e Gilda, l’Unione degli Studenti, lavoratori e attivisti si sono incontrati e hanno dato vita ad un comitato locale, unitario e plurale, che ha raccolto la sfida, organizzando diversi banchetti in città e provincia (qui sotto, le opportunità di firmare nei prossimi giorni). Si discuterà dei contenuti dei quesiti in un’assemblea pubblica in programma per lunedì 6 giugno alle ore 20.45 nella sala del Mutuo Soccorso a Bergamo in via Zambonate. Interverranno Elena Bernardini, segretaria generale provinciale della Fl-Cgil, e Luca Redolfi dell’Unione degli Studenti. Introdurrà la serata Cristiano Poluzzi del Comitato Referendario Scuola Bergamo. “I quattro quesiti che propongono l’abrogazione di altrettante norme della legge 107/2015 chiedono, in primo luogo, il superamento del potere discrezionale dei dirigenti scolastici in tema di chiamata diretta dei docenti dalle liste degli ambiti territoriali e in materia di attribuzione unilaterale di quote di salario accessorio ai docenti, che vorremmo fosse decisa nell’ambito della contrattazione d’istituto, sulla base di criteri oggettivi e condivisi che differenzino e riconoscano l’impegno dei singoli” ha spiegato oggi Elena Bernardini. segretaria generale della Flc-Cgil di Bergamo. “Il terzo quesito referendario riguarda il cosiddetto bonus scuola per gli istituti privati, che oggi prevede detrazioni fiscali per chi finanzia le scuole, senza differenziare le scuole pubbliche da quella private, introducendo in questo modo una forma di finanziamento pubblico (attraverso la fiscalità generale) alle scuole private. Il quarto quesito mira a cancellare un numero predefinito e fisso di ore obbligatorie di alternanza scuola-lavoro: siamo convinti che ciascuna scuola debba definire in autonomia il monte ore da destinare a questa esperienza, che pure è giusto sia stata resa obbligatoria”.