Milano – Si aggiunge un posto a tavola ogni tre settimane. La casa rimane il luogo prediletto dove riunirsi, infatti il 44% dichiara che trovarsi attorno ad una tavola imbandita entro le mura domestiche sia l’occasione più propizia per socializzare mentre il 30% preferisce incontrarsi fuori casa. Momenti centrali, da 1 a 10, questi momenti conviviali valgono 8. Emerge da un’indagine con circa settecento persone, soprattutto milanesi, condotta dalla Camera di Commercio di Milano a maggio 2016 in collaborazione con Fieramilano per Homi, la fiera dedicata agli stili di vita. Si spendono circa duemila euro all’anno per l’organizzazione di cene o di momenti conviviali con amici o parenti. Al centro dell’organizzazione gli adulti (40%), poi gli anziani (14%) che superano i giovani (10%), meno impegnati nei preparativi. I fattori che giocano alla buona riuscita di un incontro tra parenti o amici sono per il 51% la qualità del cibo servito; il 50% mette al centro la compagnia, il 49% sostiene che una buona conversazione sia ciò che qualifica l’atmosfera di una serata. Per il 42% un dettaglio in tavola cambia la riuscita, con allestimento, tovaglia, piatti e candele davanti al resto. Per circa uno su cinque (17%) tutto deve essere perfetto nei dettagli. Acquisti di nuovi prodotti per la tavola: ogni due mesi l’85% ha acquistato di recente un nuovo prodotto per apparecchiare la tavola. Un corredo di tovaglie e tovaglioli per il 24%, un servizio di bicchieri per il 18% risultano gli elementi ornamentali e utili allo stesso tempo, più gettonati. Il 20% tiene alla personalizzazione della tavola durante tutte le feste comandate, il 22% per il compleanno. Con il 57%, Natale risulta essere la ricorrenza in cui anche l’occhio vuole la sua parte, prestando maggior attenzione alla cura della tavola. A seguire Pasqua e Capodanno con il 19%. Per quanto riguarda i costi, si spendono circa 100 euro per organizzare momenti conviviali a casa, budget che ricopre tanto i costi inerenti al cibo quanto all’allestimento. Piatti classici o leggeri preparati in casa. Il 65% preferisce impegnarsi in cucina piuttosto che rivolgersi ad enti esterni quali catering, cuochi a domicilio o rosticcerie. La partita sulla scelta del cibo si gioca su due fronti: da una parte il 10% punta sui piatti classici della tradizione, ma non manca l’attenzione alla salute che spinge il 7% a optare per una cucina leggera e digeribile. Per quanto riguarda il concreto impegno dei preparativi, il 29% afferma che l’intera famiglia collabori alla preparazione, anche se il 30% riconosce alla parte famigliare femminile il ruolo principale in tutto ciò che concerne l’aspetto organizzativo e culinario. Un 7% vede trainare maggiormente gli uomini.